In materia di trasfusioni di sangue infetto, già nel 1968 si era pronunciato il Ministero della Salute, riconoscendone il rischio. Negli anni a venire, dal 1978 in poi, oltre alle malattie provocate dal virus Hiv e per le epatiti di tipo B e C, fino allora conosciute, la colpa in vigilanza è stata estesa anche ad altre patologie, conseguenti al virus dell’AIDS. Vediamo di chiarire quali sono le malattie trasmissibili da trasfusione con sangue infetto.
Controlli prima della trasfusione di sangue
Quando dona il sangue, il donatore non deve avere nessun tipo di infezione in corso. In caso contrario, egli è destituito dalla donazione fino alla guarigione e per un periodo successivo variabile in base alla sua patologia. Da evidenziare che, anche se il sangue viene donato nel periodo di incubazione della malattia, potrebbe essere a rischio di trasmissibilità. In tale eventualità, quando il donatore nei giorni successivi alla donazione avverta i sintomi di una qualsiasi malattia infettiva, è assolutamente indispensabile avvisare l’autorità sanitaria.
Nel caso di trasfusione effettuata, si potrà monitorare il paziente ricevente, mettendo in atto ogni misura volta a contrastare l’evoluzione della malattia. Non sono rari purtroppo i casi in cui a seguito di una trasfusione necessaria, avviene un contagio di una malattia. Per casi di questo tipo bisogna accertare le responsabilità e far pagare i danni morali ed economici allo stato. Come fare? Andate online sul sito gestionecreditipubblici.it e troverete tutti i contatti disponibili.
Malattie trasmissibili tramite trasfusione con sangue infetto
Sono quattro le malattie trasmissibili tramite trasfusione con sangue infetto: l’AIDS, l’epatite B, l’epatite C e la sifilide.
- AIDS – Viene trasmessa dal virus Hiv. Il suo virus è presente nelle secrezioni vaginali, nello sperma oppure nel latte materno. Si trasmette tramite rapporti sessuali non protetti o per contatto con mucose genitali, anali e con la bocca del partner sieropositivo. La trasmissione può avvenire pure con il contatto di sangue infetto, anche in piccole quantità. L’infezione può rimanere latente per diversi anni, non presentare sintomi oppure manifestarsi con forme non caratteristiche. Soltanto nel momento in cui diminuiscono sensibilmente le difese immunitarie, prendono il via le manifestazioni classiche della malattia.
- Epatite B – Si tratta di un’infezione a carico del fegato trasmessa dall’Hbv, un virus che si trova nel sangue, nei liquidi organici e nelle secrezioni dei genitali. Si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti, per scambio di siringhe, con l’uso di strumenti non sterili. Si manifesta con stanchezza, febbre e inappetenza. A volte può anche presentarsi l’ittero, con la tipica colorazione della pelle gialla. Può anche essere asintomatica. Nei casi più gravi si evolve in cirrosi o in cancro del fegato. È possibile vaccinarsi.
- Epatite C – Altra infezione del fegato, trasmessa dall’Hcv, virus presente nel sangue e nei liquidi biologici, si trasmette tramite il loro contatto. Quando il virus penetra nel fegato, ne attacca le cellule, causandone il disfacimento. Non sempre sintomatica, si può manifestare con vomito, nausea oppure ittero. Anche se può rivelarsi in forma lieve, a volte presenta forme patologiche parecchio gravi. Può anche essere asintomatica ed è visibile clinicamente tramite l’esame delle transaminasi del sangue. Non è disponibile il vaccino.
- Sifilide – Infezione trasmissibile soltanto sessualmente, causata dal batterio Treponema Pallidum. Visibile con la presenza di ulcere nelle zone dei genitali, a livello anale oppure nel cavo orale. In seguito compaiono lesioni della cute, nel tronco, nelle mani e nei piedi. Se non indivuata per tempo, dopo diversi anni potrebbe aggredire il sistema nervoso centrale oppure il cuore. Si trasmette tramite contatto diretto con le mucose di una persona infetta.
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Disclaimer
Questi testi hanno scopo divulgativo, non vanno intesi come indicazione di diagnosi e cura di stati patologici e non vogliono sostituirsi in alcun modo al parere del Medico.