Molti pazienti odontoiatrici ipertesi non comunicano la loro condizione di salute generale nei dettagli al proprio dentista al momento delle visite preliminari, poiché ritengono erroneamente che l’ipertensione non abbia alcun collegamento con i problemi odontoiatrici o gengivali.
Diversi studi hanno dimostrato invece che esiste una sicura correlazione e che, nei pazienti ipertesi, le normali cure odontoiatriche non hanno effetto o hanno un effetto molto minore rispetto ai pazienti che non presentano problemi di ipertensione.
Ecco perché, in sede di incontro conoscitivo tra medico e paziente è sempre opportuno esporre in maniera chiara e completa i dettagli del proprio quadro clinico, in special modo se si sta seguendo una terapia farmacologica contro l’ipertensione.
Abbiamo quindi analizzato insieme al Dottor Andrea Gola dentista a Casteggio, la correlazione tra ipertensione e cure odontoiatriche.
Ipertensione: sintomi e ripercussioni sulle cure odontoiatriche
I valori normali della pressione arteriosa devono aggirarsi tra i 115/120 mmHg di massima e i 75/80 mmHg di minima.
Esiste una “fascia di tolleranza” tra la pressione normale e l’ipertensione, cioè quando la massima è sotto i 130 e la minima sotto gli 85. Si comincia a parlare propriamente di ipertensione quando i valori oscillano tra i 140/159 di massima e i 9o/99 di minima.
I sintomi tipici dell’ipertensione sono mal di testa, difficoltà respiratorie (affanno, fame d’aria), nausea e talvolta alterazione della vista. A livello psicologico ci si può aspettare attacchi di panico e di ansia.
I pazienti ipertesi, più esposti al rischio di infarto, rischiano di avere un attacco di cuore sulla poltrona del dentista, dal momento che il pericolo di andare incontro a questi episodi è molto maggiore in situazioni di stress.
Inoltre i farmaci anestetici a base di adrenalina, che spesso vengono utilizzati in odontoiatria e che sono potenti vasocostrittori, aumentano sensibilmente la pressione arteriosa, costituendo un vero e proprio pericolo per i pazienti ipertesi.
Che relazione c’è tra ipertensione e salute delle gengive?
La più diffusa tra le malattie a carico delle gengive è la parodontite, un’infezione batterica che produce infiammazione e riduzione della gengiva, con conseguente peggioramento della solidità dei denti.
Studi scientifici sempre più accurati hanno dimostrato nel corso degli anni che la relazione tra ipertensione e malattie gengivali non può assolutamente essere ignorata. È ormai dimostrato, infatti, che i pazienti con parodontite hanno la pressione di 3 unità più alte rispetto a pazienti ipertesi ma che non soffrono di parodontite.
Per fare un esempio pratico, una dieta povera di sale (che costa spesso grande fatica ai pazienti ipertesi) è in grado di diminuire i valori di pressione sanguigna di circa 3 punti. Se un paziente iperteso dovesse curare la parodontite e allo stesso tempo seguire una dieta corretta potrebbe far scendere la propria pressione sanguigna di ben 6 unità, che sono davvero molte.
Come se non bastasse, i pazienti ipertesi che non assumono farmaci ma che soffrono di parodontite hanno i valori della pressione di ben 7 punti più alti rispetto a pazienti che non soffrono di problemi gengivali.
Ne deriva che il trattamento delle malattie gengivali e in particolare della parodontite è fondamentale per assicurare ai pazienti ipertesi il miglior stato di salute possibile. Bisogna però tener presente tutte le difficoltà insite nel trattamento odontoiatrico degli individui che soffrono di pressione alta: riferire tutti i dettagli della propria condizione clinica al proprio medico è un passo fondamentale per una trattamento efficace ma soprattutto sicuro.